Teatro salentino D.O.C.G.

Teatro in Salento

Il teatro salentino D.O.C.G. Neo-classica serata a teatro

 

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Caligola, Albert Camus 

Se siete nel Salento, che ci risediate, transitate per affari o che ci soggiorniate, vi suggeriamo una capatina a teatro. Molti gli stili architettonici che accolgono le gesta degli artisti pugliesi: dal cinema-teatro del piccolo borgo, al suggestivo e centralissimo anfiteatro di Lecce a piazza Sant’Oronzo, ai balconatissimi e più classici teatri presenti sul territorio della provincia, al teatro di quartiere delle cittadine più popolose. Superato lo scoglio del contenitore, svariate le performance alle quali si può assistere.

Importantissimo vademecum per scovare la serata che più vi aggrada, divenuto ormai la bibbia delle consultazioni (eventi, sagre, riti religiosi, ecc): Qui Salento, simpatico magazine a cadenza mensile dal costo di € 2,50.

Grazie a Qui Salento, scopriamo la Compagnia di Salvatore Della Villa, attore e regista, in scena con Caligola di Albert Camus.

L’intreccio delle vicende personali dell’imperatore Caligola si riversano sull’agire politico imponendo il proprio status emozionale. Non sappiamo molto delle avventure puramente storiche dell’imperatore, né ci siamo mai imbattuti negli scritti di Albert Camus al di fuori di qualche citazione sui diari al liceo, ma Salvatore Della Villa riscrive la narrazione e la presenta al pubblico presente in sala con un mix di diverse tecniche. Il teatro si fa moderno, ingloba il linguaggio cinematografico, la prossemica della sociologia, la pornografia della relazione, la ritmicità del suono-azione, il format del delirio di onnipotenza, la plasticità delle caduca sicurezza architettonica.

Le geometrie sceniche di origine squisitamente classiche sanciscono infine la scena teatrale, abilmente raccontate da una compagnia 100% pugliese (musiche comprese).

Se per Sartre l’Assurdo è la gratuità dell’esistenza, alla quale si può reagire solo con l’auto-inganno della malafede (A.Pigliaru, “Il Teatro dell’Assurdo. Huis Clos di J. P. Sartre “, XÁOS. Giornale di confine, n.1 2002), per Camus l’Assurdo è uno stare sempre presenti a se stessi.”

Geniale! C’eravamo.

Luana Lobbene (IndieSalento per Turismo Dancardi)

 

La Caremma: tradizioni dal Salento

Tradizioni dal Salento: la Caremma

Caremma: tradizioni dal Salento

 

 

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La Caremma Salentina

Tra le strade di Taviano, fa capolino questo strano fantoccio. La Caremma è simile ad un vecchia signora, brutta sdentata, abbigliata di stracci neri. Tra le stringe un fuso di lana da una parte e nell’altra una marangia (arancia amara) con infilzate sette penne di gallina.

La tradizione ci racconta che la Caremma avesse sette nomi: Anna, Susanna, Rebecca, Ribanna, Cruci, Parmi e Pasca. Terminato il Carnevale, La Caremma veniva posizionata a ridosso  di balconi e terrazzi e a rappresentanza di una vedova piangente per il decesso e l’eredità dei debiti del marito.

A causa di questo, la Caremma era costretta a lavorare per saldare tali debiti; il fuso con il filo rappresenta lo scorrere del tempo per il raggiungimento del punto di pareggio di questi debiti (break even point direbbero gli economisti oggi) e la marangia (l’arancia amara) era il gusto amaro di tale esperienza simbolo dunque di sofferenza. Le sette penne infilzate alla marangia, scandiscono le sette settimane sino alla Quaresima.

Il termine Caremma proviene dal lontano XVI secolo quando i soldati francesi giunti in Salento ed incuriositi dal fantoccio allestito sulle case, associandolo al periodo pasquale, la chiamarono “carème” (quaresima).

Ogni settimana alla Caremma le si sfila una penna, fino all’ultima il giorno di Pasqua. Ogni penna è accompagnata dalla seguente filastrocca:

Uno le mennule

Ddoi le carenule

Tre li noci

Quattru le croci

Cinque la passione

Sei le parme

Sette tuminica te Pasca

Se mancia pane carne

Trascorse le sette settimane, la Caremma veniva appesa ad un filo o ad un palo e al rintocco delle campane della mezzanotte che annunciano la Resurrezione, viene incendiata con tanto di scoppietti finali.

 

[cml_media_alt id='67934']Tradizioni dal Salento: la Caremma[/cml_media_alt]

La Caremma Salentina 2

Caremma pizzicotta, mancia lu pane cu lla ricotta, e lu mancia scusi scusi, cu nnù la vitune i carusi.”

Noi e il fantoccio, vi aspettiamo dunque a Pasqua nel Salento!

 

Btm, Business Tourism Management of Lecce

BTM

Btm, Business Tourism Management of Lecce

It concluded at this time the second edition of BTM Business Tourism Management, the two days of meetings, conferences and round tables that had as its intention to open the channels of communication between local companies, scholars and foreign buyers. In the central headquarters of the Theatinerkirche in Lecce, the main artery of the Old Town, the former convent became for two days (20 and 21 February 2016) within the real debate on the phenomenon of tourism Salento opening, educating and presenting the many participants new prospects for the sector.
The BTM then presents the phenomena of the new giants of the hotel industry more and more likely to consider the center of tourism customers. The BTM turns his attention to the modern concept of the resort increasingly open to local and global traditions to allow guests always new challenges: food but also relational with different cultures and traditions by the newspaper.
The BTM also presents the new air routes is the low-cost airlines, which the historical companies.
BTM also means learning how modern virtual spaces facilitate the matching of supply and demand for holiday homes, bed & breakfast and farm holidays.
In BTM in Lecce’s time for an inevitable controversy and debate on infrastructure able to allow the move: on the one hand is evidence that some road transport lines enable the service exclusively in periods of increased tourism, dall ‘ more courageous side of local promotional associations have landscapes of extraordinary uniqueness where such a service can not and should not be accommodated.
Be among the exhibitors a drone ENAC certificate, star of several film productions that gives us the luxury of new prospects and reaffirms the extraordinary heritage of the area.
Timely moderator of the days that finally reminds us that 35% of the Italian population, do not use the Internet for their holidays, or Internet in everyday life.
If therefore in BTM learn with pleasure the propensities to new ways to vacation, and that above all the “sons of the city” are no longer children of the television as they did until a few years ago, but the interactive technology and personalized, the holiday, the our vacation can still be one trivially de-structured and free space.
The image to the poetic boundaries of the many surfers from all over the world that live in the winter beaches of Salento are the emblem and summarized.
19 hours, 21 February 2016. The BTM- Business Tourism Management of Lecce has a musical closure. A beautiful inner courtyard of the former convent of the Teatini turns at night and more playful conviviality. The baroque simplicity of this illuminated location, presents and reiterates the splendor of local stone, the many exhibitors, speakers from all over Italy, to potential Italian and foreign buyers present, visitors who have trod the corridors of two days BTM.

BTM Business Tourism Management of Lecce – 20-21 February 2016

 

Btm, Business Tourism Management di Lecce

BTM

Btm, Business Tourism Management of Lecce

Si concludendo in queste ore la seconda edizione della BTM Business Tourism Management, la due giorni di incontri, conferenze e tavoli di lavoro che ha avuto come intento di aprire i canali di comunicazione tra aziende locali, studiosi e buyer esteri. Nella centralissima sede dei Teatini a Lecce, nell’arteria principale del centro storico, l’ex-convento è diventato per 2 giorni (20 e 21 Febbraio 2016) sede di dibattito reale sul fenomeno turistico salentino aprendo, educando e presentando ai tanti partecipanti le nuove prospettive del settore.
La BTM presenta quindi i fenomeni dei nuovi colossi del settore alberghiero sempre più propensi a considerare il centro del turismo il cliente. La BTM volge lo sguardo al moderno concetto del villaggio turistico sempre più aperto alle usanze locali e globali per consentire agli ospiti sempre nuovi stimoli: gastronomici ma anche relazionali con culture e tradizioni differenti dal quotidiano.
La BTM inoltre presenta le nuove rotte aeree sia delle compagnie low-cost, che delle compagnie storiche.
BTM inoltre vuol dire apprendere come i moderni spazi virtuali favoriscono l’incontro tra domanda e offerta di case vacanza, bed and breakfast ed agriturismo.
In BTM a Lecce è tempo per un’immancabile polemica-dibattito sulle infrastrutture in grado di consentire gli spostamenti: se da un lato è un’evidenza che alcune linee di trasporto su gomma consentono il servizio esclusivamente nei periodi di maggiore afflusso turistico, dall’altro lato coraggiose associazioni di promozione locale presentano scorci paesaggistici di straordinaria unicità dove un servizio del genere non può e non deve trovare spazio.
Presente tra gli espositori un drone certificato ENAC, protagonista di svariate produzioni cinematografiche che ci regala il lusso di nuove prospettive e ribadisce lo straordinario patrimonio presente sul territorio.
Puntuale il moderatore delle giornate che ci ricorda infine, che il 35% della popolazione italiana, non utilizza la rete per le proprie vacanze, né internet nella vita quotidiana.
Se dunque in BTM apprendiamo con piacere le propensioni ai nuovi modi di far vacanza, e che soprattutto i “figli delle città” non sono più figli della televisione come accadeva sino a qualche anno addietro, ma della tecnologia interattiva e personalizzata, la vacanza, la nostra vacanza può ancora banalmente essere uno spazio de–strutturato e libero.
L’immagine ai limiti del poetico dei tanti surfisti provenienti da ogni parte del mondo che popolano le spiagge invernali salentine ne sono l’emblema e riassunto.
Ore 19, 21 Febbraio 2016. La BTM- Business Tourism Management di Lecce ha una chiusura musicale. Lo splendido patio dell’ex-convento dei Teatini si colora di notte e convivialità più ludica. La barocca semplicità di questa location illuminata, presenta e ribadisce lo splendore della pietra leccese, ai tanti espositori, ai relatori provenienti da ogni parte d’Italia, ai potenziali buyers italiani ed esteri presenti, ai visitatori che hanno calcato i corridoi della due giorni di BTM.

BTM Business Tourism Management di Lecce – 20-21 Febbraio 2016

 

Ricette del Salento: 9 piatti da Provare

ricette del salento, fave e cicoria

Ricette del Salento: 9 piatti da Provare

ricette del salento, fave e cicoria

fave e cicoria

La vacanza nel Salento, non è una semplice vacanza, è un’occasione per aprire il proprio palato a nuovi e gusti e pietanze, di seguito 9 ricette del salento da provare

I viaggiatori che incontriamo, ci chiedono spesso dove andare a mangiare. Oggi, vorremmo consigliarvi non tanto dove (se villeggi in casa vacanza, hai tutto l’occorrente che ti serve), ma cosa: i 9 piatti da provare quando sei in vacanza nel Salento.

  • Molto comune nei ristorantini tipici, iniziare il pasto con delle pittule, tecnicamente delle frittelle di pasta lievitata. La tradizione le abbina a del vin cotto. Le pittule alla gallipolina invece sono decisamente più gustose, arricchite con gamberetti e piccoli altri molluschi e frutti di mare, capperi, prezzemolo.

 

  • Con delle belle patate Siegliende o Patate di Galatina possiamo preparare una gustosissima teglia di un altro bel piatto della tradizione salentina: riso, patate e cozze. Leggero, ottimo appena sfornato, a temperatura ambiente è ideale come antipasto. Si prepara la forno e non ha bisogno di soffritto. Un’accortezza, spazzolare bene il guscio delle cozze.

 

  • Veramente sfizioso purè di Fave e cicorie selvatiche. Piatto povero ma completo sotto il profilo nutrizionale. Ne esistono molte varianti. Molti preferiscono un purè di fave gustoso, altri più basico e vellutato. Molte le ricette che potete sperimentare per la preparazione di questo piatto. Personalmente, la fase più antipatica è la pulitura delle cicorie selvatiche. Ne ripaga il gusto genuino a tutto tondo di questo bel piatto.

La vacanza nel Salento può rivelarsi un momento per congiungersi e scoprire nuovi sapori. Mai sentito parlare di ricci di mare?

  • Amanti dei piatti veloci ma ricchi di gusto? Spaghettata ai ricci di mare. Meglio se in bianco, il pomodoro copre la delicata dolcezza di questo frutto del mare. Soffrittino semplice aglio e prezzemolo e un vasetto di ricci freschi già pronti (Gallipoli quindi è la vostra meta). INDIMENTICABILE

A proposito, siete in vacanza nel Salento e volete sperimentare l’ebbrezza del raccogliere le vostre cicorine selvatiche? Niente di più facile. Vi basterà chiedere in giro per i campi. Con la dovuta gentilezza, potrete imparare a riconoscere in pochi minuti tra le 5 e le 7 erbe selvatiche altamente commestibili.

  • Pronti per un bel piatto di orecchiette alle cime di rapa? Da sconsigliare i preparati, ingredienti rigorosamente freschi con un bel bicchiere di rosato. Un primo per veri maci!

 

  • Altra bella proposta gastronomica del territorio è un bel piatto di pezzetti di cavallo al sugo. Lunga e lenta la preparazione per preservare la struttura morbida dei pezzetti di cavallo. Ma il vero segreto, rimane una buona passata di pomodoro.

 

  • Un classico nei ristoranti di lusso: gamberoni rossi di Gallipoli al sale innaffiati di olio extra vergine di oliva. Non aggiungerei molto su questo semplice ed elegante piatto. La sola raccomandazione è la giusta cottura dei gamberi. Troppo cotti risulterebbe blasfemo. A buon intenditor, qualche sorso di vino bianco fresco fresco.

 

  • Non proprio un piatto della tradizione culinaria da spiaggia, la ciurleddha, a che dicono gli avi, era la colazione degli inverni freddi che preparava gli uomini e le donne alle fatiche della campagna. Un brodino di verdure al quale si accostava del pane raffermo. Bontà unica, anche d’estate.

Ed ora l’ultima delle ricette del salento, la pitta di patate

  • Pitta di patate. Un bel piatto della tradizione contadina, ottimo come aperitivo, ideale come primo, sfizioso come secondo arricchito con tonno e cipolle. Ideale per l’estate, da portare al mare. Cos’è? Due strati di composto di purè di patate farcito con pomodoro, cipolle e origano. E’ paragonabile ad una lasagna al forno, o al più classico gateau di patate. L’ingrediente base è la patata che dev’essere una patata Sieglinde o patata di Galatina: deliziosa DOP a pasta gialla “dal sapore delicato, eccellente per insalata, cottura a vapore gratinata, al forno e purè.”

 

Queste sono, secondo noi le nove ricette del salento da provare, durante una vacanza nel Salento. Facci sapere cosa ne pensi! info@turismodancardi.org info@case-vacanza-salento.org

 

Monteruga, the ghost town in salento

Moteruga, ghost town salento
Monteruga

Monteruga

Monteruga, the ghost town in salento.

It’s morning with a quiet Ionio sea, cool climate, me and a guest decide to visit a strange place: Monteruga. A cup of typical sandwiches made with a cazzata bread, mayo and tomatoes and another made with cazzata bread and cime di rapa and we are ready to discover Monteruga, abandoned place near Veglie. We don’t know others information but it’s time to leave.

The appointment is at Passeggiata of Capilungo. Rural and eco-compatible route near the rocks. Some people are walking through the 1800 mt. Not bath today, only hopeful fishermen that are betting in good day. 1 km from the Passeggiata of Capilungo a very suggestive place: I “diauoli” (the Evil place) remember us when these rocks meet the history with Pirro King (306-300 b.C.) or during the two Big Wars. Rather we can see some recent defence points made with bricks.

Torre Suda, a big tower presents on a beautiful corner. The sand on the bottom shows us an incredible water colour.

Monteruga, ghost town salento

Monteruga, ghost town salento

Mancaversa introduces us the Lido Pizzo Park. Lido Pizzo Tower is not visible from the main street but the view from the tower should incredible: all around thousand of metres of Mediterranean plants: rosemary, oregano, wild olive trees and many others.

A quick view in Gallipoli. At the end of the main street, heart of the shopping and stage of week end, the parking of the port gives us an idea about Gallipoli Old. From the parking, we understand why is named pearl of the Ionian sea. If we observe the city planning, Gallipoli old is like an oyster in its fortified walls.

After Gallipoli, Rivabella known also for its beautiful beaches, another fortified tower with a square plant.

In Santa Caterina, faced on the Ionian Sea a lot of small restaurants. We thought that should be so tasty understand something about the fish traditions. This part of Apulian sub-region with mainly a farmer kitchen tradition could give some good examples about fisher history. Or better should be so interesting spend a morning in a true and real fisher boat. Pescaturismo actually is so cool if it not declined in a fashion party. True also that should be so cool second tour for other reasons!!!

On the Ionian cost, other towers during our journey through Monteruga. Torre S. Maria dell’Alto, Torre Uluzzo, Torre Inserraglio, Torre San Isidoro, Torre Squillace.

Arrived in Porto Cesareo, it’s time to leave the cost and go in direction Veglie, where is our destination Monteruga.

Monteruga

Monteruga

Unforgivable landscape. Vineyards all around. Professional vineyards, very clean and ordered. Others for sure for private use and consume. It is not the best moment to observe vineyards. It’s January all the leafs are gone, there are not grapes but for a wine lover it’s like to touch a small paradise made by human work.

Arrived in Monteruga we feel like two ghosts in a ghost city. Only some minutes to understand how we should start to visit this place and why we are there. At the beginning we don’t know nothing about the area. Camera, a bottle of water and we are in main square. If front an open Church, all around abandoned houses. All the roofs are incredible damaged and a lot of signals advise the visitors to pay attention.

Monteruga is not very old, it’s not a prehistoric situation to understand. An industrial construction, after that another building suggests us that there were a country economic system with a big industrial scale.

 

Monteruga

Monteruga

Resuming about Monteruga

Privince: Lecce

City Planning: Rural Village with  fascist track

Edification Period: 1930 ca.

Ababdoned Period: 80’s

Abandoned Reason: Decrease first function

 

Our tour is a silent tour through a lost private life: social and political.

Here there was people untill 80s. A Fascist organisation for about 800 person arrived from the South.

Reclaimed the lands, 800 person was part of the city with schools, houses, frantoi, the Sant’Antonio Abate Church, barracks, boules court, tobacco deposit, wine cellar, etc.

Leaving Monteruga we start to read some about Monteruga History and it is hard today play to be an
anthropologist and try to visualize how was a normal Sunday.

The privatization of lands and the economic power of neiborg countries have been the two principal factors of Monteruga’s decline.

Our tour is finish, with us as gift, the religious silence deconsecration of San Antonio Abate Church.

 

 

 

Lampascioni: cosa sono?

lampascioni sott'aceto

Come fare facilmente dei prodotti da dispensa tipici salentini. Prepariamo i lampascioni sott’aceto

Ricetta dei Lampascioni sott'aceto

Lampascioni sott’aceto

Sveglia, caffè, colazione ed un salto dal fruttivendolo. Tra le varie cassette di verdure e frutti di stagione locali, oggi: lampascioni.

Sostanzialmente delle piccole cipollette all’apparenza terrose e dal gusto decisamente “root”.

Prodotto ultra tipico del Salento, ottimo come antipasto e come prodotto da conservare sott’olio o sott’aceto sebbene si presti come ingrediente principale per frittelle di lampascioni, capretto e lampascioni, pomodori invernali, pecorino e lampascioni ed altre più o meno tradizionali ricette.

Tecnicamente, il lampascione o lampagione (pampasciune in dialetto), detto anche cipolla canina, cipolla turchina, cipollaccio col fiocco o giacinto dal pennacchio, è una pianta erbacea della famiglia delle Liliaceae. Si trova a circa 10-30 cm di profondità è può essere individuato per mezzo della sua rosetta.

Mezzo chilo, 2 euro. Sciacquata veloce e per predisporli per la preparazione, “spoglio” i miei lampascioni dei primi strati e li risciacquo abbondantemente.

Opto per il sott’aceto. Sembra gustosa e dietetica l’idea di aggiungerli ad una bella insalata.

Aggiungo qualche verdurina e le spezie che ho in dispensa (qualche dente d’aglio, qualche fettina di peperone, mezza carota, erba cipollina intera, del gambo di finocchio, pepe bianco) e procedo con una preliminare mezza cottura in acqua salata.

Dopo averli scolati e risciacquati, altri 20 min. in pentola con acqua e aceto bianco.

Una volta scolati e raffreddati, li dispongo nei barattoli e li ricopro nuovamente con del buon aceto di vino.

Ottimi anche conditi dopo la prima cottura con olio extra-vergine d’oliva e menta.

Da non perdere, ogni primo venerdì di marzo nella cornice della stupenda cittadina di Acaya, i festeggiamenti religiosi in onore della Madonna dei Lampascioni con la sua tradizionale fiera e sagra dei lampascioni.

La vocazione dei lampascione, senza dubbio è quella gastronomica, per i tanti buongustai e per palati ricercati ed eleganti.

C’è però una curiosità a riguardo: nella tradizione popolare pugliese salentina, le mucillaggini del bulbo del lampascione , venivano utilizzate per “saldare” le incrinature delle pignatte di terracotta. Tagliando un lampascione a metà e strofinando lo stesso sulle incrinature della pentola, una volta essiccato, è possibile prolungare l’utilizzo della nostra pentola di terracotta per ancora diverso tempo.

Very, very elegant!